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3 giorni a Bari – Dove Mangiare

6 Agosto 2018
Bibi Advisor

Ah, la Puglia. Ho sempre avuto un amore particolare per questa regione. C’è qualcosa nei colori, nei profumi, nei sapori, nelle persone, che riesce a entrare in sintonia così bene con quello che sono e quello che mi piace. Per questo quando a luglio mi si è presentata l’occasione di fare una fuga, anche solo per pochi giorni, ho accettato al volo.

Quella che state per leggere non è una guida sulle spiagge del Salento o sulle meraviglie del Gargano, ma un piccolo resoconto dei luoghi in cui ho mangiato nel capoluogo della regione: Bari, una città che nel giro di pochissimo tempo mi ha rubato il cuore e che mi ha fatto pensare “beh, quasi quasi, io a Bari ci vivrei“.

Questa è una guida che vale in estate, sì, ma anche in tutte le altre stagioni. Cominciamo!

La (mitica) Focaccia del Panificio Santa Rita

La “ruota”
La fetta
La focaccia vista mare

C’è una leggenda a Bari secondo cui il Panificio Santa Rita sforna la focaccia più buona del mondo. Così, armata di Google Maps e tanto coraggio per affrontare le temperature roventi di mezzogiorno, mi sono avventurata nelle stradine di Bari Vecchia alla ricerca di questo luogo mitologico.

Come prima cosa voglio dirvi che perdersi tra le vie di Bari Vecchia è un’esperienza bellissima. C’è una forza incredible radicata tra quelle mura. Come seconda cosa voglio dirvi che avevano ragione: la focaccia è davvero la più buona del mondo.

Preparatevi ad almeno 20 minuti di attesa (e mi raccomando, prendete il numero all’ingresso o verrete severamente rimproverati), ma ne vale davvero la pena. Chiedete “una ruota” (o due, o tre, o quante ne volete), pagate (2 euro!!!!!), prendete il vostro caldo pacchettino, una birra e sedetevi sulle mura della città, perché una foccacia così guardando il mare è ancora più buona!

Il Sushi (ma non solo) del Mezcla

Antipasto misto con stuzzicherie dal mondo
Falafel
Ravioli burrata e caffè
Nigiri tonno scottato
Roll salmone, avocado, frutto della passione
#mezcla

In cucina al Mezcla c’è una delle mie persone preferite: lo chef Gabriele Sechi. Definirlo solo “chef” è riduttivo perchè Gabri per me è, prima di tutto, un amico. Ci siamo conosciuti quando lui aveva in mano la cucina del ristorante Officina Cucina a Brescia, abbiamo lavorato insieme a eventi e partecipato ad altri per puro piacere. Insomma, quando mi ha chiesto di andare a trovarlo nella sua nuova cucina di Bari non ho resistito!

Il Mezcla è un locale di cucina internazionale che unisce il ristorante all’american bar. Non solo ottimo cibo, quindi, ma anche ottimi cocktail! Cucina internazionale significa che il menù spazia dall’America all’Africa, passando per Francia, Spagna, un po’ di Italia e tanto Giappone! Il Mezcla è, infatti, famosissimo per il suo sushi e i suoi coloratissimi roll!

Non essendo fisicamente capace di scegliere di fronte a un menù così ampio e così pieno di cose buone, ho deciso di far scegliere a Gabri cosa farmi assaggiare e, come sempre, era tutto buonissimo. Falafel, veggie samosa e una salsa sweet chili che così buona non se ne sono viste mai mi hanno stregata, così come i ravioli di burrata e caffè (che accoppiata incredibile) e, ovviamente, il roll speciale della settimana.

Il menù offre anche panini e insalate, ideale anche per una pausa pranzo! Se passate da Bari e avete voglia di fare il giro del mondo in una cena, il Mezcla è il posto che fa per voi!

 

I Panini di Pescobar

Panino col polpo
Panino con i calamari
Frittura

Quello con Pescobar è stato un incontro di fortuna. O meglio, ci siamo un po’ rincorsi a vicenda prima di incontrarci davvero.

Pescobar è un piccolo locale di pesce sul lungomare di Bari e caso ha voluto che fosse a pochissimi passi dall’hotel in cui alloggiavo. Ci sono semplicemente passata davanti due volte il primo giorno e… sorpresa! La sera trovo il loro follow su Instagram! Ricambio il follow, spulcio un po’ le foto, gli faccio sapere che sicuramente sarei passata a trovarli, loro mi dicono che c’è un panino col polpo che mi aspetta. Come faccio sempre, io sono andata in incognito e ho detto di essere io solo dopo aver ordinato (e, soprattutto, pagato), i ragazzi gentilissimi hanno così deciso di regalarmi una frittura di mare (grazie!!!)!

Tutto questo per dire che i panini di Pescobar sono una vera bomba, così come lo è la frittura e, sono sicura, anche tutto il resto del loro pesce! Non ci sono posti a sedere, ma potete prendere il vostro panino e mangiarlo sulle panchine lungo il mare proprio di fronte… meglio di così!

 

Il Pesce Freschissimo de La Tana del Polpo

Insalata di polpo
Piatto di latticini misti – nodini, ricotta, stracciatella affumicata
Spaghetti con astice fresco

Voglia di pesce cucinato in modo tradizionale? Allora La Tana del Polpo è il locale che fa al caso vostro. Il ristorante è molto famoso in città e serve pesce freschissimo e altre specialità tipiche del luogo. Ovviamente non ho potuto resistere alla tentazione di assaggiare l’insalata di polpo e i ragazzi del ristornate sono stati così gentili da confezionarmi (su richiesta fuori menù) un piatto di latticini misti, perché essere in Puglia e non aver ancora mangiato una mozzarella mi sembrava uno scandalo! Poi, dal piatto del pescato del giorno, abbiamo scelto un astice, così fresco che ancora si muoveva! Lo chef l’ha preparato con della pasta fresca fatta in casa e un semplice sugo al pomodoro… veramente squisito!

Mi raccomando, essendo sempre molto affollato, è fondamentale la prenotazione!

I crudi del Black & White

Zuppetta di anguria e gambero rosso crudo
Ricci e ostriche
Misto tartare
Misto carpacci
Misto di antipasti
Delizia al limone
Bavarese al caffè con ripieno al cioccolato fondente e crema alla liquirizia
Dolce al cocco

Al Black & White ci hanno portato a cena una coppia di amici pugliesi e, che dire, è stata un’esperienza fantastica. Se siete amanti del pesce crudo, una sosta qui non potete farvela scappare.

È stata una cena proprio di quelle che piacciono a me: nessuna ordinazione, solo fantasia dello chef. Uno dietro l’altro sono arrivate al nostro tavolo tantissime variazioni del pesce crudo, dalla zuppetta di frutta con gambero rosso, carpacci, tartare, agli imancabili ricci accompagnati da qualche ostrica. A seguire anche una piccola degustazione di antipasti, tutto semplicemente sublime. C’è stato posto anche per un dolce (o meglio, 3) tutti bellissimi da vedere e buoni da mangiare.

Dopo cena ho avuto l’onore di poter scambiare due chiacchiere con lo chef Daniele Caldarulo, patron del ristorante, che mi ha raccontato (ancora visibilmente emozionatissimo!) la sua recentissima esperienza alla guida del team che ha cucinato per Papa Francesco durante la sua visita a Bari. Dopo averlo conosciuto posso dire che non è solo uno chef eccezionale, ma anche una persona davvero gentile e innamoratissima del suo lavoro!

–

Si chiude qui la piccola carrellata di locali che ho vistato nella mia mini vacanza a Bari. Questa città la amo così tanto che prevedo presto una versione aggiornata di questa guida… ci sono tantissimi altri posti che ancora voglio visitare!

Grazie per essere arrivati fino in fondo con la lettura! Spero che questa lunga e decisamente troppo prolissa guida possa esservi utile!

A presto,

Bibi

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Gialle&Co. | Milano

7 Aprile 2018
Bibi Advisor

*facciamo finta che non siano passati due anni dall’ultimo articolo, ok? Ok!*

Gialle&Co1
Photo credit: Gialle&Co. Facebook Page

Ho avuto il piacere di essere ospite a cena in un posto davvero speciale, il Gialle&Co. di Milano (zona Moscova), un locale aperto da pochissimo (da fine ottobre 2017) che ha come scopo quello di reinterpretare in chiave italiana un piatto tipico della cucina inglese: la backed potato.

Ma come nasce un locale come questo, unico nel suo genere anche in una città come Milano dove è possibile assaporare la cucina di tutto il mondo? È partito tutto dall’idea di cinque amici, durante un viaggio a Londra. Il destino ha voluto che la compagnia si imbattesse in un pub dove la proprietaria decantava come il locale offrisse le migliori baked potatoes della città. Il gusto, in realtà, non è stato all’altezza delle aspettative, così uno di loro ha deciso di sfidare la proprietaria, cucinando una baked potato all’italiana, in cambio di carpire i segreti della ricetta tradizionale. È nata così la prima ricetta di Gialle&Co.: la Threecolore con stracciatella, songino e pomodorini.

Gialle&Co2
Photo credit: Gialle&Co. Facebook Page

Prima di iniziare a parlare di cosa ho mangiato, vi voglio parlare dell’arredamento del locale, il cui concept mi ha fatta innamorare subito, ancora prima di assaggiare la prima baked potato. L’interior design ha molto poco di interior (ma molto di design), sembra infatti di essere all’esterno, pur essendo all’interno, in un gioco di dentro e fuori che trasporta in un luogo ben lontano dalla caotica Milano.

Sono stati scelti materiali grezzi ma trattati, accostati ad altri ultramoderni, per creare un voluto unfinished mood. La vera chicca è la costruzione di una serra nelle mura del locale: cucina e bar sono racchiusi all’interno di vetrate vintage recuperate in tutta Italia che, nelle giornate di bel tempo, permettono al locale di aprirsi completamente alla città.

Gialle&co3
Photo credit: Gialle&Co. Facebook Page

Se il design vi ha incuriosito, a stregarvi ci penseranno le patate! Lo chef Andrea Vigna ha davvero pensato davvero a tutti, dai più tradizionalisti, ai vegetariani e vegani, passando per chi ama gli accostamenti e i gusti più audaci.

Adoro assaggiare diversi gusti e proposte, così ho iniziato la mia cena con una proposta che solitamente è riservata all’aperitivo: le mini baked. Patate più piccole farcite e servite come finger food.

minibaked Gialle&co
(6 mini baked: €14)

I gusti che ho provato sono:

  • Mamma’s: ragout alla bolognese, besciamella, parmigiano. Buona così come ve la immaginate.
  • Keep Calm and Bacca Là: baccalà mantecato, olive nere, germogli. Per me che amo il baccalà mantecato, una vera goduria.
  • Funghetti Western: brie fuso, prosciutto cotto Capitelli, funghetti, salsa di rucola. Perchè all’abbinamento prosciutto/funghi non so resistere.
  • Pop Popeye: fontina d’alpeggio, bresaola della Valtellina IGP, spinaci ripassati e crudi.
  • Infine una versione rivisitata della Peaks of Rapa: cime di rapa piccante, burrata, acciughe, crumble di pane.

Ma la cosa più buona che ho mangiato in assoluto è lei: la Dr. Salmon & Mr. Butter: salmone, burro alle erbe, crème fraîche, semi di zucca.

(Baked potato full size – Dr. Salmon & Mr. Butter, € 10,90)
(Baked potato full size – Dr. Salmon & Mr. Butter, € 10,90)

Nel momento in cui ho saputo che avrei cenato da Gialle&Co., ho ovviamente spiato il loro menù online e sapevo per certo che la mia scelta sarebbe ricaduta su questa baked potato. Il gusto è stato all’altezza delle (bellissime) foto che ho visto sul sito. Il mio unico dubbio è che fosse un po’ troppo “pesante”, nel senso che tendo spesso a stufarmi in fretta dei piatti a base di salmone affumicato, nonostante mi piaccia moltissimo, ma in questo caso l’abbinamento è perfetto ed è impossibile avanzarne anche solo una briciola. È così buona da essere stata eletta una combinazione evergreen, che troverete sempre e comunque nel menù di Gialle&Co.!

Per finire in dolcezza, ho assaggiato il famoso Bonnet con panna alla vaniglia, veramente squisito! Se siete in due (o più) vi consiglio di dividerlo. Il sapore merita, ma dopo tutte queste patate arrivare in fondo al vasetto potrebbe essere un po’ complesso!

(Bonnet con panna alla vaniglia, € 5,00)
(Bonnet con panna alla vaniglia, € 5,00)

Che dire, non mi resta altro che ringraziare Gialle&Co. per la bellissima serata e la perfetta opitalità! Se siete a Milano e avete voglia di un pranzo, aperitivo o cena decisamente diversi dal solito, Gialle&Co. è decisamente il posto per voi. Io ci tornerò sicuramente!

Gialle&Co. è a Milano Via A. Volta, 12. È aperto tutti i giorni dalle 12 alle 23. Essendo molto frequentato, è consigliabile la prenotazione. 

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Fes – Turkish BBQ | Berlino (Germania)

20 Luglio 2016
Bibi Advisor

Fes Turkish BBQ Berlin 2

Il Fes – Turkish BBQ è un posticino speciale in zona Kreuzberg a Berlino che, con la sua semplicità, la cortesia dello staff e la qualità del cibo servito ha saputo conquistarmi nel tempo di una cena.

Il locale è esteticamente molto carino, con i mattoncini rossi, i cuscini colorati e i tavoli di legno che gli conferiscono calore e senso di raccoglimento, tipico delle popolazioni mediterranee, così in contrasto con la “fredda” Berlino (in tutti i sensi, siamo stati a metà luglio e c’erano massimo 15 gradi!) che ci aspetta fuori dalla porta.

Sul menù è dichiarato che gli ingredienti usati sono tutti freschi e comprati giorno per giorno, le uova sono biologiche, i bovini provengono da allevamenti che non utilizzano ormoni o antibiotici, e tutti gli animali da cui provengono le carni non vengono nutriti con mangimi artificiali. Molto carina l’introduzione alla pronuncia in turco, per far sì che i clienti riescano a pronunciare senza problemi i piatti del menù, che sono presentati “in lingua originale”.

Il format è molto semplice: una lunga lista di antipasti e una bella scelta di carne, che viene servita cruda pronta per essere cotta direttamente dai commensali sulle griglie incastonate nei grandi tavoli di legno massiccio.

Noi abbiamo scelto la formula che ci ha permesso di assaggiare 3 antipasti a scelta tra i 17 proposti (per un totale di € 13,90), seguiti da un piatto di carne mista da 500 gr (€ 29,90)Fes Turkish BBQ Berlin

Gli antipasti vengono serviti insieme alla portata principale, così da poterli gustare mentre la carne è in cottura. La nostra scelta è caduta su:

  • Jesil Humus: la classica purea di ceci aromatizzata al basilico e olio di sesamo. Eccezionale, probabilmente il miglior hummus che io abbia mai mangiato.
  • Sigara Börek: involtini di pasta fillo ripieni di verdure cotte e formaggio. Anche questi squisiti.
  • Patlican Ezme: purea di melanzane grigliate in salsa di yogurt e aglio, aromatizzata con pistilli di zafferano. Buonissima.

Il nostro assortimento di carne era composto da: coscia e petto di pollo, agnello in pezzi più una costoletta, bocconcini di Angus. Il tutto servito con del riso bianco aromatizzato alle erbe e dell’ottima focaccia. La qualità della carne era eccezionale e la cottura diretta sulla griglia è sicuramente un’idea divertente, che rispecchia il senso di convivialità e condivisione tipico del locale.

Come dessert, non potevo non assaggiare il leggendario baklava del locale, osannato in qualsiasi recensione. È un dolce abbastanza complesso, composto da sottili sfoglie di pasta fillo imburrate e appoggiate in teglia, intervallate con noci tritate, pistacchi o frutta secca, il tutto ricoperto da una soluzione di zucchero e succo di limone, oppure miele con spezie ed acqua di rosa, a seconda della ricetta. È sicuramente un dolce molto importante a livello sia zuccherino che di sapore, ma ne vale veramente la pena. Quello di Fes è proposto in piccoli rotolini cosparsi di cocco e polvere di pistacchio, servito in una bellissima pentola di rame. Il mio consiglio è quello di prenderne uno in due da dividere.Fes Turkish BBQ Berlin Baklava

Abbiamo accompagnato la nostra cena con il famoso Raki del locale (il bicchiere come quello che vedete in foto costa € 4,50), un’acquavite aromatizzata all’anice, considerata bevanda nazionale in Turchia. È piuttosto alcolico (gradazione minima 40%), per questo è servito diluito con dell’acqua che gli conferisce il caratteristico colore lattiginoso. In generale, sia l’aspetto che il sapore sono molto simili all’ouzo greco.

Al Fes, il Raki non è solo una semplice bevanda. Il menù ce lo racconta così: “Il Raki, oggi più che mai, è un simbolo, una memoria, un’icona del piacere consapevole e ponderato, almeno per un paio di ore a settimana, per riconquistare il possesso del proprio tempo, per controllarlo, e per godersi dei momenti che non possono essere catturati con un post, un tweet od una fotografia”.

Il locale ci invita a sederci al tavolo del Raki, a incontrare nuove persone, a parlare delle cose che ci preoccupano, che ci piacciono, che ci fanno pensare, che ci rendono tristi. Ci chiede di riprendere in mano il tempo che ci appartiene ma che ci sta piano piano sfuggendo dalle mani, per tornare a parlare, ridere e scherzare, come eravamo soliti tanti, tanti anni fa.Fes Turkish BBQ Berlin 3

Mi sono davvero innamorata di questo posto, della sua cucina e della sua filosofia. Se passate da Berlino, andateci, sono sicura che non ve ne pentirete.

Il Fes – Turkish BBQ è a Berlino (Germania) in Hasenheide 58. È aperto tutti i giorni tranne il lunedì, solo a cena dalle 17:30 alle 0:30. Essendo sempre molto frequentato, è consigliata la prenotazione. 

Al prossimo assaggio,

Bibi

=

Voto: 8,5

 

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Dolci e Gelati Vegani con Diego Crosara

23 Giugno 2016
Bibi Advisor

Dolci gelati vegani Diego crosara

Avete presente tutti i preconcetti che avete in mente sulla pasticceria vegana? Lo so che li avete, perché li avevo anche io. Ecco. Prendeteli, metteteli in una scatola e gettateli nel primo bidone della differenziata che trovate (secco non riciclabile, quei pensieri non li voglio più ritrovare in giro sotto qualche altra forma), perché vi sto per raccontare una storia che vi farà cambiare completamente idea.

A compiere il miracolo è stato Diego Crosara, pasticcere vicentino di formazione classica, membro della Nazionale Italiana Cuochi e due volte medaglia d’oro (2012/2016) alla Coppa del Mondo di Gelateria a Rimini. L’ho incontrato durante una delle tappe del tour del “Team Massari“, un gruppo d’eccellenze nell’arte della pasticceria e gelateria selezionato e guidato negli anni personalmente dal maestro Iginio Massari. Oggi il gruppo dedica la propria professionalità anche alla formazione, comunicando conoscenze e tecniche durante un vero e proprio tour in tutta Italia, per diffondere la professionalità e l’innovazione nel mondo del dolce, nel rispetto della tradizione italiana, attraverso corsi e dimostrazioni di alto livello a numero chiuso, rivolti a un pubblico competente e appassionato.

Il suo corso, tenutosi in Hangar 78 a Pianiga (Ve), era incentrato su dolci e gelati completamente vegani, con la partecipazione dell’azienda Agrimontana, che ha fornito parte delle materie prime, come cacao, cioccolato, le paste di frutta secca, puree, frutta candita e tanto altro. Lo scopo era quello di presentare ad addetti ai lavori e appassionati come questi dessert possano rivelarsi delle alternative più che valide, soprattutto in un periodo come questo in cui la richiesta di prodotti vegani sta crescendo a livello esponenziale e i ristoratori non possono farsi trovare impreparati.

Scorriamo insieme tutte le prelibate dolcezze “insospettabilmente vegan” che sono state oggetto del corso:

Tortino al Cioccolato con il suo Sorbetto

Tortino al Cioccolato con il suo Sorbetto diego crosaraUn piccolo grande classico, il tortino al cioccolato. Quello proposto dal maestro Crosara era a base di farina integrale e aromatizzato con della cannella, abbinato ad un sorbetto preparato in modo molto semplice, solo con acqua, zucchero di canna, cacao in polvere e cioccolato fondente 72%. Tutta la golosità con qualche senso di colpa in meno.

È stato anche il momento di una digressione sui vari tipi di lieviti, non tutti uguali, da scegliere in base al livello di lievitazione desiderato. Il più “debole” tra tutti è il bicarbonato, in seconda posizione il lievito baking, mentre al primo posto troviamo l’accoppiata bicarbonato + cremor tartaro.

Savarin alle Amarene con Gelato al Pistacchio

Savarin alle amarene con gelato al pistacchio diego crosaraIl savarin è un dolce dall’impasto simile a quello del babà. Al posto delle farine tradizionali, sono state utilizzate quelle di farro e grano saraceno, niente burro ma olio di lino (il più neutro nel sapore insieme a quello di riso, utili in pasticceria per non alterare il sapore del dolce), curcuma per colorare, e tante nocciole e vere amarene candite per rendere il tutto più goloso. La preparazione prevede l’impiego anche del preziosissimo estratto di vaniglia Bourbon, preparato da Agrimontana con solo i semi della bacca, senza le bucce. È un concentrato di vaniglia, 100% naturale, che aiuta a evitare gli sprechi e a sostituire un po’ dello zucchero.

Il gelato, invece, è stato preparato semplicemente con acqua, zucchero grezzo di canna e pasta di pistacchio di Feudo S. Biagio, un’area collinare nell’entroterra agrigentino che regala una varietà di pistacchio ancora più pregiata rispetto a quello di Bronte.

Nell’insieme, il dolce era veramente buonissimo. Il savarin soffice e saporito, impossibile smettere di mangiarlo. Il gelato era semplicemente il gelato al pistacchio più buono che io abbia mai assaggiato, e ne ho provati tanti, visto che è uno dei miei due gusti preferiti (l’altro? Nocciola). Credo che questo basti a rendere l’idea.

Crostata croccante alla Confettura di Lamponi

Crostata croccante alla Confettura di Lamponi Diego crosaraUna crostate a tre strati, composta da una base di frolla all’olio di mais, crumble alle nocciole e confettura extra di lamponi.

Durante la preparazione, il maestro Crosara ci ha rivelato tanti trucchi per la buona riuscita di una crostata, un dolce semplice ma a volte insidioso: rispettare il rapporto 70% frolla 30% marmellata, il bordo deve essere alto 1 cm mentre lo strato di confettura 3 mm, utilizzare la farina di mais per dare più croccantezza, nel forno cuocere sempre le torte sulla griglia, utilizzare il malto d’orzo per dolcificare le crostate vegane, per dare il tipico colore “abbronzato” delle frolle cotte.

Il sapore di questa crostata vegana mi ha lasciato veramente stupita, niente da invidiare alla sua controparte burrosa!

Strudel di Albicocche e Mele con Gelato alla Mandorla

Strudel di Albicocche e Mele con Gelato alla Mandorla diego crosaraUno strudel a forma di fagottino, perfetto anche per una prima colazione un po’ insolita. La base è di delicatissima pasta fillo, ripiena di mele, cannella, buccia di lime, estratto di vaniglia e le albicocche candite Agrimontana. Il maestro ha scelto di utilizzare la versione con il nocciolo, che preserva intatto tutto il profumo e l’aroma. Questo tipo di albicocche sono perfette anche per la preparazione di lievitati, in quanto riescono a regalare ancora più sapore a tutta la pasta.

La preparazione del gelato alla mandorla è molto simile a quella del pistacchio: acqua, zucchero di canna e pasta di mandorla Val di Noto.

Un bell’abbinamento e una rivisitazione di un classico ben riuscita.

Pan di Spagna alle Mandorle con Cremoso al Cioccolato e Limone candito

Pan di Spagna alle Mandorle con Cremoso al Cioccolato e Limone candito diego corsaraUn dolce la cui forma ricorda quella dei baci di dama. In questo caso il pan di Spagna è stato preparato con farina tipo 2 e farina di mandorle, zucchero di canna e latte di mandorle (il segreto per non fargli venire la “pancia” in cottura? Cuocerlo tra due fogli di silicone traforato), mentre il ripieno è una classica crema al cioccolato fondente 68%, zucchero, maizena, latte di mandorle e latte di riso. A guarnire il tutto, il limone candito Agrimontana, squisito come tutto il resto della frutta candita che abbiamo avuto modo di assaggiare!

Il dolce nel complesso è molto simpatico, leggero, gustoso e sicuramente molto scenografico.

Mousse al Cioccolato con Carpaccio di Anguria e Gelatina al Cocco

Mousse al Cioccolato con Carpaccio di Anguria e Gelatina al Cocco diego crosaraUn freschissimo dessert al piatto, perfetto per la stagione estiva. È un dolce molto semplice, ma dai sapori che si sposano in maniera eccellente. Si parte da un’anguria di altissima qualità tagliata sottile come un carpaccio, a cui si accostano delle mezze sfere di gelatina al cocco (fatta semplicemente con latte di cocco, zucchero di canna e agar agar) e delle palline di mousse al cioccolato preparata con latte di soia, cioccolato fondente 72% e bacche di cardamomo. Essenziale, pulito, elegante e, soprattutto, buonissimo!

Crostata alla Frutta fresca e gelatinosa

Crostata alla Frutta fresca e gelatinosa diego crosara

Veniamo all’ultima preparazione, la più laboriosa e articolata di quelle proposte dal maestro. Qui gli strati sono ben quattro:

  • la pasta frolla, preparata con farina di farro, zucchero di canna integrale, olio extravergine di oliva e di semi;
  • la crema pasticcera vegan, a base di latte e panna di soia, zucchero di canna bianco, maizena e zafferano;
  • la gelè ai frutti rossi, semplicemente composta da puree di frutta (lampone, fragola, mango, tutto sempre Agrimontana), zucchero di canna bianco e agar agar;
  • frutti rossi freschi

Dolce scenografico e di grandissimo effetto, ha conquistato tutti fin dal primo morso. La frolla croccante si sposa benissimo con una crema poco invadente e va ad esaltare appieno il sapore della frutta. La gelatina poi era davvero squisita, ci si potrebbero fare delle caramelline zuccherate…ma forse è meglio di no, visto che sarebbero in grado di creare fortissima dipendenza!

 

È stato un corso estremamente interessante e divertente, il maestro Crosara ci ha accompagnati in questo viaggio tra i dolci vegani con estrema simpatia e rispondendo senza sosta a tutte le nostre domande, regalandoci anche più di un segreto e qualche idea insolita (come mettere il marzapane congelato nell’impasto della colomba, ma questa è un’altra storia).

Grazie a lui, al Team Massari, ad Agrimontana e ad Hangar 78 per avermi dato la possibilità di fare questa esperienza, consigliatissima a tutti, che siate addetti ai lavori o solamente appassionati!

Al prossimo assaggio,

Bibi

–

Non poteva mancare: la foto di gruppo con tutti i partecipanti al corso, tutti i dolci e il maestro Diego Crosara!

Foto di gruppo bibiadvisor diego crosara

 

 

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Le Torte di Giada | Brescia

19 Maggio 2016
Bibi Advisor

Le Torte di giada

Le Torte di Giada è molto più di una pasticceria, è un laboratorio dove i sogni di adulti e bambini possono diventare grandiose realtà di zucchero, cioccolato e pan di Spagna, senza dimenticare il posto d’onore occupato dalle infinite varietà di cupcake.

L’artefice di tutto questo è Giada Farina, la prima ad aver aperto un laboratorio di cake design in Italia, precisamente nel 2010 in Corso Mameli (all’angolo di Piazza Loggia) a Brescia, oggi affiancato da un nuovo store aperto nel tardo 2015 in Corso Palestro, sempre nel centro storico della città. Sono due i prodotti di punta che hanno reso Le Torte di Giada una vera istituzione a Brescia: le torte decorate (per bambini, matrimoni e qualsiasi altro tipo di evento) e le cupcake.Le torte di giada torte decorate 2

Per quanto riguarda le torte, Giada è specializzata nel realizzare monumentali wedding cake, torte a piani e decorazioni in pasta di zucchero di qualsiasi genere. Nel lungo periodo in cui ho iniziato a frequentare spesso il suo laboratorio, complice anche la bella amicizia nata con la sua mamma Rosy, l’ho vista creare qualsiasi cosa: animali, scarpe, borse, fiori, castelli, personaggi famosi e dei cartoni animati…che esista o no nella realtà, Giada riesce sempre a ricrearlo con la sua coloratissima pasta di zucchero (date uno sguardo alla sua galleria di Instagram per credere!).

Ma ciò che rende le sue torte così famose è il fatto di non essere solo belle da vedere…ma anche buone da mangiare! So che sembra assurdo, ma quando si parla di cake design spesso il gusto passa in secondo piano, schiacciato dalla laboriosità della decorazione e da strati troppo spessi di pasta di zucchero. Giada, invece, è una strenua sostenitrice del fatto che le torte debbano essere prima un piacere per il palato e, solo dopo, per la vista. Tutte le sue torte sono create senza l’ausilio di sostegni interni artificiali e coperte di uno strato di pasta di zucchero il più sottile possibile.Le torte di giada torta pasta di zucchero

La sua è sicuramente un tipo di pasticceria che si rifà alla tradizione anglosassone e americana, ma senza essere completamente estranea al raffinato gusto italiano. Usa pan di Spagna bagnato ma mai alcolico, coloranti alimentari naturali e solo materie prime di altissima qualità, lavorate con tecniche lunghe e complesse. La pasticceria è pur sempre una scienza, prima di ogni altra cosa. Il tutto senza mai dimenticare anche il panorama vegan e le intolleranze al lattosio o al glutine, perché le sue torte devono e vogliono essere per tutti.

Cupcake Le torte di giada

Se le torte sono spesso riservate ad eventi speciali (e vi consiglio di prenotare sempre con un certo anticipo), se si ha bisogno di una dolce parentesi al volo, la soluzione c’è: le cupcake. Tantissimi e coloratissimi, la gamma spazia dai gusti più classici fino a quelli più sperimentali (il posto come mio preferito se lo contendono il fondente e l’Oreo!). Così come le torte, anche le cupcake possono essere personalizzate con varie decorazioni a seconda dell’evento. Molto spesso, in occasione delle feste principali, le cupcake presentano già qualche decorazione a tema, come i cuori di zucchero e cioccolato che vedete nella foto qui sopra, fatti appunto per San Valentino. Le Torte di giada gusti cupcake

La base è sofficissima e la crema, per quanto importante a livello di consistenza e sapore, risulta sempre piacevole ed equilibrata. Ad ogni morso si sente tutta la passione e la cura che Giada mette ogni giorno nella loro preparazione. Sono, in ogni caso, dei dolci…dolci, che incontrano particolarmente il gusto di chi è appassionato di golosità zuccherine!

Voglio aprire una parentesi su uno dei gusti più famosi in assoluto: la red velvet. Giada mi ha raccontato che, per quanto assurdo possa sembrare, la base non è quella classica alla vaniglia con aggiunta di colorante rosso, ma la sua ricetta prevede di unire determinati ingredienti naturali che, in cottura, sviluppano il caratteristico colore vermiglio. È per questo che, in base ai giorni, possiamo vedere queste tortine di tonalità leggermente diverse!

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La mia prima red velvet, un regalo di Rosy per il mio compleanno!

Torte e cupcake non vi bastano? Da Le Torte di Giada potere trovare anche la cheesecake vegana in vasetto, i coloratissimi bon bon al cioccolato (sono uno più buono dell’altro!), i macarons e, solo in Corso Mameli, anche una delle mie merende preferite: lo yogurt gelato, da arricchire a piacere con cioccolato, frutta fresca e secca. Insomma, c’è solo l’imbarazzo della scelta a quale tentazione dolce decidere di abbandonarsi!Le torte di giada macarons bon bon yogurtRecentemente, ho avuto modo di assistere per la prima volta ad uno show cooking live di Giada, in occasione dell’atto conclusivo di Esperienze Gustose, evento di tre giorni dedicato alle eccellenze del panorama gastronomico italiano, tenutosi a Villa La Mattarana a Verona. A lei è stato affidato il compito di aprire la domenica mattina, e ha deciso di farlo portando la sua simpatia, la sua storia divisa tra nonne del nord e del sud ed una ricetta insolita che arriva direttamente dalla sua esperienza americana: il pancake bread, un dolcetto che mi ha conquistata subito con la sua consistenza morbida e il sapore leggermente speziato, per non parlare della golosissima ganache al cioccolato!Giada Farina Esperienze Gustose

Direi che di motivi per passare a trovare Giada e Rosy ve ne ho dati abbastanza. Andate, assaggiate e, come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate!

Le Torte di Giada è a Brescia in Corso Mameli 1/2 e in Corso Palestro 36E. È aperto dal Martedì al Venerdì con orario dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00. Sabato Orario continuato. Domenica dalle 15 alle 19. Lunedì è aperto solo il pomeriggio, dalle 15.30 alle 19:00.

Al prossimo assaggio,

Bibi

 

 

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QB DuePuntoZero | Salò (Brescia)

3 Maggio 2016
Bibi Advisor

QB 1A Salò (BS) sono stata ospite del ristorante QB DuePuntoZero, un piccolo gioiello aperto da due anni che si affaccia direttamente sulle rive del Lago di Garda, per una cena in cui lo Chef Alberto Bertani ha creato, per me e per altri amici blogger, una degustazione che è andata a toccare i piatti principali del menù primavera/estate del locale.

La location è sicuramente un punto forte del locale, con un bellissimo plateatico da cui si possono ammirare le barche placidamente ormeggiate nel piccolo porto Sirena e e da cui è possibile mangiare con in sottofondo il suono delle onde del lago. Anche l’interno è molto curato, con uno spiccato gusto moderno riscaldato dai toni del legno e dalle grandi finestre che lasciano ampio spazio alla luce naturale. Il nostro tavolo era particolarmente bello, in un angolo defilato rispetto al resto della sala, con una mise en place semplice e per questo molto elegante.QB 2Ad aspettarci c’era già il menù della serata, composto da 11 portate e 7 abbinamenti vini, da cui si possono già captare le influenze mediterranee, con un occhio di riguardo al territorio e alla materia prima. Niente ingredienti stravaganti, solo sapori veri, tanta ricerca, passione e dedizione nei confronti della nostra tradizione italiana, con qualche sguardo anche oltre le Alpi. La carta dei vini è assolutamente all’altezza, con proposte interessanti e per niente commerciali. Sarà un articolo lunghissimo, quindi iniziamo subito!

  • Coregone arrosto con limoni confit e salsa ai pomodori secchi e capperi: fresco e croccante, questo piatto mi ha conquistata fin da subito. È una proposta molto interessante e gustosa, che valorizza bene il pesce di lago, spesso sottovalutato. Non correte questo rischio e assaggiatelo, ne vale la pena!

QB Duepuntozero coregone

  • Polpo arrostito, patata viola, polvere di capperi di Gargnano e datterini confit: uno dei piatti più apprezzati della serata, l’antipasto che io sceglierei se dovessi tornare. Il polpo era cotto alla perfezione, tenerissimo e per niente gommoso. L’accostamento con le patate è un classico, averle scelte viola dà al piatto una sferzata di originalità in più. Semplicemente buonissimo!

QB Duepuntozero PolpoAbbinamento vino degli antipasti: Franciacorta Vendemmia Zero Pas Dose, Azienda Agricola Vezzoli Giuseppe.

  • Spaghetti di kamut padellati alle sarde di lago e pane al finocchietto: il primo commento va al piatto (inteso come supporto di porcellana), davvero bellissimo. Nonostante abbia visitato molti ristoranti nella mia esperienza, non mi era mai capitato di imbattermi in un piatto così originale. Davvero complimenti per la scelta coraggiosa. Per quanto riguarda il contenuto, devo dire che ho apprezzato molto questi spaghetti, amo la pasta al pesce e pomodoro in generale, anche se la nota delle sarde di lago avrebbe potuto essere più preponderante. Li definirei sorprendentemente delicati.

QB Duepuntozero Spaghetti kamut

  • Gnocchi di patata e rapa rossa con fonduta al gorgonzola di capra e polvere di pistacchi: chi mi conosce lo sa, non sono molto amante dei formaggi in generale e del gorgonzola ancora meno. Ma devo dire che questi gnocchi mi hanno piacevolmente sorpresa con la loro morbidezza e il loro sapore deciso ma allo stesso tempo non troppo invadente. Azzeccatissima la combinazione con la polvere di pistacchi che conferisce croccantezza al piatto.

QB Duepuntozero Gnocchi patate e rapaAbbinamento vino dei primi piatti: Sylvaner 2013 – Trentino Alto Adige – Garlider.

  • Scaloppa di foie gras d’anatra con pan brioche alla liquirizia e confettura di cipolle rosse piccanti: ecco il piccolo salto oltre le Alpi di cui vi parlavo. Sono da sempre una grande amante del foie gras, quando lo trovo in menù non riesco a non ordinarlo. Questa scaloppa era buonissima e cotta alla perfezione. L’abbinamento con la cipolla rossa è un classico, come lo è il pan brioche, in un’interessante e croccantissima versione alla liquirizia. Approvato!

QB Duepuntozero Foie GrasAbbinamento vino del foie gras: Gewurztraminer 2013 – Deiss – Berghem – Alsazia. Un vino che semplicemente mi ha cambiato la vita. È istantaneamente schizzato al numero uno nella classifica dei miei vini preferiti. Consigliato, con il cuore in mano.

  • Battuta di fassona piomentose di Oberto, scaglie di tuorlo marinato, tartufo nero e crema di Grana Padano 24 mesi: ecco il piatto che ha vinto il mini contest interno per il miglior impiattamento. Ma, oltre che essere incredibilmente bella, questa tartare era anche veramente buona. Unisce tre delle cose che mi piacciono di più (la carne cruda, l’uovo e il tartufo), non potevo non amarla!

QB Duepuntozero Tartare

  • Anguilla arrosto con piperade di peperoni e mayo vegana all’aglio: tra me e le anguille c’è sempre stata ostilità dichiarata. Io non piaccio a loro e loro non piacciono a me, anche se non le avevo mai assaggiate. Per amore di questo blog, ho deciso di seppellire l’ascia di guerra per una sera e…sorpresa! Purtroppo non ho termini di paragone, ma se tutte le anguille hanno questo sapore, davvero non so cosa mi sono persa! È un piatto che mi è piaciuto tantissimo, gustosissimo e dal sapore deciso. 10 e lode anche per la mayo vegana, che non ha nulla da invidiare a quella tradizionale.

QB Duepuntozero AnguillaAbbinamento vino dei secondi: Rosanoire 2014 – Cantrina – Lombardia.

  • Pluma di Patanegra cotta a bassa temperatura con ristretto alla senape antica: la pluma è una parte del suino iberico, vicina al collo, che prende il suo nome proprio dalla sua forma simile a quella di una piuma. È un taglio molto pregiato e la cottura a bassa temperatura (24 ore a 62°C) accentua ancora di più la sua estrema tenerezza. La salsa alla senape antica e le patate completano il piatto alla perfezione.

QB Duepuntozero Pata negraAbbinamento vino della pluma: Botticino “Colle degli Ulivi” Doc 2013 BIO – Az. Agricola Noventa.

  • Torta di rose e Millefoglie di pasta sablè e parfait al caramello con mele candite: questi due dessert, normalmente separati nel menù, ci sono stati serviti in contemporanea. Mi sono piaciuti molto entrambi, la torta di rose è soffice, calda e delicata, mentre la millefoglie è più fresca e dal gusto più forte e avvolgente. Nota di merito alle scorze di limone candite, sono una vera goduria, ne avrei mangiate una manciata intera!

QB Duepuntozero DolciAbbinamento vino della torta di rose e della millefoglie: Moscato D’Asti DOCG 2014 – Vajra.

  • Mousse al cioccolato con salsa al caramello e arachidi: servita su un letto di pan di Spagna, questa mousse è sorprendentemente leggera, con il caramello alle arachidi (buonissimo, adoro le arachidi) a renderla, se possibile, ancora più golosa.

QB Duepuntozero Mousse cioccolatoAbbinamento vino della mousse: Ron Zafra Master Reserve 21 anni – Panama.

Al QB DuePuntoZero ci hanno coccolati fino all’ultimo istante, servendoci con i caffè anche una degustazione di piccola pasticceria composta da panna cotta al cardamomo, baci di dama e salame di cioccolato. Ho assaggiato solo la panna cotta ed era buonissima!QB Duepuntozero Piccola pasticceriaDopo questa carrellata, un’idea ve la siete sicuramente già fatti anche voi, io posso solo dirvi che se siete dalle parti di Salò o avete voglia di una gita fuori porta sul Lago di Garda, una capatina al QB DuePuntoZero è più che d’obbligo. Per rimanere sempre aggiornati e prenotare direttamente, il QB offre ai suoi clienti anche un’app, da scaricare gratuitamente dagli store. E, se arrivate in barca, potete attraccare al porto della Sirena per 4 ore gratis!

Il QB DuePuntoZero è a Salò (Bs), in Via Pietro da Salò n.23. È chiuso la domenica sera e tutto il lunedì. 
 

Bonus: ecco la foto di gruppo con tutti gli altri amici blogger che hanno preso parte alla serata. Grazie allo chef Alberto Bertani e alla padrona di casa Irene per averci invitato, torneremo!QB Duepuntozero Foto di gruppo

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Brunch: Peck 47 | Bruxelles

29 Febbraio 2016
Bibi Advisor

Processed with VSCOcam with hb2 presetIl Peck 47 a Bruxelles ha realizzato uno dei miei sogni: poter fare il brunch a qualsiasi ora ed in qualsiasi giorno. Che siano le 7 del mattino o le 7 della sera, lunedì o domenica, non ha importanza. Se hai voglia di brunch, il brunch avrai.

Il Peck è un locale molto piccolo, situato in centro a Bruxelles in zona Borsa (ed esattamente a fianco al mio amato Bia Mara, che fa un fish&chips incredibile, ma questa è un’altra storia), non è escludibile che dobbiate aspettare un pochino prima di poter mangiare, in quanto è sempre molto affollato. Noi abbiamo avuto una botta di fortuna, abbiamo intercettato una coppia che se ne stava andando ed abbiamo subito preso il loro posto. L’ambiente è estremamente caldo ed accogliente, una versione estesa del salotto di casa, perfetto per riscaldare le ossa durante le classiche giornate piovose della capitale belga.

Ho scelto il Peck perché volevo provare l’esperienza del brunch anche all’estero, e devo dire che è interpretato in maniera completamente diversa dalla nostra. Anche in un Paese con una lunga tradizione di panificazione dolce, il brunch non è assolutamente contaminato, rimanendo esclusivamente salato e ad un’unica portata, a differenza di come siamo ormai abituati in Italia, in cui brunch è sinonimo di fusione tra il dolce della colazione ed il salato del pranzo.

Tra le varie proposte, la nostra scelta è caduta su due grandi classici:

  • Eggs Benedict: uova in camicia, salsa olandese, bacon croccante ed english muffin tostato. (€10)
  • Eggs Heminguay: uova in camicia, salsa olandese, salmone affumicato ed english muffin tostato. (€10)

Pek 47 brunchHo assaggiato entrambi i piatti, e devo dire che la mia leggera preferenza va a alle eggs Heminguay, quel salmone affumicato era veramente speciale. Ma, in generale, sono veramente due piatti ottimi e sostanziosi, perfetti per ricaricare le energie e rimettersi subito in marcia alla scoperta della città! Entrambe le proposte sono servite con dell’insalatina fresca, ci tengo a sottolineare che è già condita (visto che la cosa ha creato disturbi al mio tavolo eheheh). Nel caso voleste condirla da soli, fatelo presente!

Per accompagnare il brunch, abbiamo bevuto la famosissima limonata alla fragola della casa. Non posso fare altro che confermare la sua fama. Ho tutt’ora l’ardente desiderio di farmene recapitare un’autocisterna, per non rimanerne mai senza!

Processed with VSCOcam with hb2 presetAccogliente, esteticamente molto appagante e con del cibo ottimo. Se siete a Bruxelles, fate una capatina al Peck, fidatevi di me, non potrete fare altro che innamorarvene.

Peck 47 è a Bruxelles, in Rue Marche Aux Poulets, 47. Il brunch è servito tutti i giorni tutto il giorno, dalle 7:30 alle 22:00, senza bisogno di prenotazione. 

 

Al prossimo assaggio,

Bibi

 

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Brunch: Bruschetteria Nose | Desenzano (Brescia)

7 Febbraio 2016
Bibi Advisor

Brunch Nose

Ho avuto il piacere, e il privilegio, di essere la prima ad assaggiare il menù Brunch della Bruschetteria Nose. Sono veramente felice che abbiano deciso di proporre anche loro quello che, come sapete, è il mio pasto preferito. Ciò che lo rende speciale è il fatto di essere completamente diverso da tutti i brunch “all’americana” che ci sono in circolazione da quando questa moda ha iniziato a prendere piede anche nel nostro Paese. Lo definirei un brunch all’italiana, dove i sapori non ci portano lontano, ma ci radicano ancora di più nel territorio e ci riportano all’origine del mangiare sano e semplice.

Il menù è proposto in 3 versioni per 3 fasce di prezzo: Semplice (18€), Stagionale (20€), Gourmet (22€), la cui “base” è sempre uguale, mentre a cambiare è la bruschetta che farà da portata principale. È possibile scegliere tra due proposte per ogni fascia di prezzo.

Il brunch si apre in dolcezza, con uno yogurt con marmellata, cereali e frutta secca, accompagnato da tre pezzettini di bruschetta alla marmellata. Io ho deciso di accompagnare il tutto con del caffè americano, ma volendo si può scegliere anche il caffè espresso. Fa molto “colazione di casa”, è una coccola perfetta per svegliarsi. Anche la porzione è giusta, non troppo abbondante ma nemmeno scarsa… soprattutto sapendo cosa ci aspetta dopo!Brunch Nose yogurth

Si prosegue con una piccola insalata a fantasia dello chef. La mia era verde con arance, noci e formaggio fresco, servita già leggermente condita. Fortuna ha voluto che fosse proprio un mix di tutti i miei ingredienti freschi preferiti…e per questo l’ho apprezzata ancora di più! È stata la prima volta (in Italia) in cui mi sia capitato di mangiare un’insalata durante il brunch, ma l’ho trovata una scelta decisamente azzeccata, una transazione morbida per passare senza traumi dal dolce al salato.Brunch Nose insalata

Arriviamo al piatto principale, la bruschetta! Avendo già avuto modo di assaggiare il loro menù invernale, sono andata sul sicuro con la Trevigiana (compresa nel menù Stagionale), che nel menù degustazione era quella che mi aveva colpito di più. È a base di fonduta di formaggio Asiago, radicchio appassito e pancetta croccante. La bruschetta è in formato “regular”, non c’è alcuna differenza tra quella servita al brunch e quella che si trova normalmente durante la settimana. Come sempre, mi è piaciuta tantissimo. I ragazzi mi hanno raccontato che il loro progetto è quello di far ruotare le bruschette il più possibile, quindi ogni brunch potrebbe portare qualche nuova sorpresa di sapore!Brunch Nose Bruschetta

Non si poteva chiudere che con un dolcetto. La Bruschetteria Nose è rinomata anche per i suoi dolci in vasetto (che personalmente adoro). Durante il brunch il dolce è a sorpresa: per me hanno preparato una cheesecake alla zucca. Buonissima come tutte le altre loro cheesecake, ma più particolare, con un gusto meno dolce e un po’ più insolito. Il formato del vasetto è decisamente ridotto rispetto a quello normale…e, fidatevi, non riuscireste a mangiarne di più!Brunch Nose Cheesecake

Finita questa panoramica, posso dire che per me l’esperimento brunch è decisamente riuscito. Per quanto sia molto diverso dai suoi concorrenti, rispetta nella sua essenza tutti i canoni del brunch “tradizionale” e non si discosta minimamente dall’identità del locale. L’ho trovato coerente, ben organizzato e, soprattutto, molto soddisfacente. Il livello e la qualità del cibo sono sempre molto alti e va solo a confermare le impressioni che già avevo avuto nelle mie visite precedenti.

Adesso che pian piano si sta aprendo la bella stagione, se venite a fare un giro nel weekend dalle parti del basso Lago di Garda, che siate da soli, in coppia o in tanti amici, il mio consiglio è quello di non perdervelo!

La Bruschetteria Nose è a Rivoltella (Desenzano del Garda, Brescia) in via Parrocchiale 44/46. Il brunch è servito tutti i sabati e le domeniche dalle 11 alle 15. È consigliabile la prenotazione. 

 

p.s. La Bruschetteria Nose vi ha incuriosito? Se volete leggere una recensione completa, cliccate qui!

(credit immagine di copertina: Andrea Nosella)

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Brunch: Buns Gourmet Burgers | Verona

5 Gennaio 2016
Bibi Advisor

foto 03-01-16, 12 34 15Quello di Buns Gourmet Burgers è il primo e, probabilmente, il più famoso brunch di Verona. Il locale non è aperto da molto, un anno e qualche mese circa, ma è stato l’apripista della grande (anche troppo grande) tendenza della città in fatto di hamburgerie, prima, e di brunch, poi. Noi gente di marketing lo chiamiamo “benchmark”, tutte le volte che mangio un hamburger in qualche posto nuovo, mi viene posta sempre la stessa domanda: “ma è più buono di quello di Buns?”.

Sono stata diverse volte a mangiare in questo locale, sia di sera che al brunch (è stato il primo del 2016!), e quello che colpisce prima di tutto è l’età media della gestione: sono tutti ragazzi giovani e giovanissimi, sia in sala che in cucina. La freschezza traspare in tutto, dall’atmosfera informale agli arredi “molto Pinterest” (definizione proprio di gergo architettonico stretto). Non è il classico locale che vuole essere trendy a tutti i costi, la grande predominanza del bianco e del legno lo rendono molto caldo e accogliente. Sostanzialmente, è impossibile non essere a proprio agio, a tutte le età.Foto 03-01-16, 12 31 35In questo articolo voglio parlarvi di uno dei loro pasti di punta, il brunch, che da Buns viene servito solo la domenica, dalle 11 alle 15, e costa 15€ a persona.

Appena accomodati al tavolo vi verrà consegnato il menù e un piccolo foglio in cui annotare la comanda sbarrando le caselline relative ai piatti scelti. Oltre alla parte alla carta, c’è un piccolo ma ben fornito buffet dove potersi servire con acqua, vari succhi di frutta, yogurt, cereali, frutti rossi freschi, frutta secca, muesli e hummus di ceci. La caffetteria calda, invece, va ordinata al momento della consegna della comanda.Buns Brunch 2Si possono scegliere tre portate principali (questo menù vale per quando sono andata io, a inizio gennaio 2016, ma è soggetto a variazioni per seguire la stagionalità):

  • Hamburger di carne con bacon, rucola e cream cheese all’erba cipollina;
  • Uova strapazzate e bacon croccante;
  • Burger vegano: falafel di ceci speziato, mayo vegana al limone ed erba cipollina, pomodoro e misticanza.

I contorni, invece, sono quattro e se ne possono scegliere due:

  • Pancake alla banana vegan con sciroppo d’acero;
  • Sandwich al formaggio;
  • Patate gialle con la buccia aromatizzate alla paprika;
  • Patatine sweet and savour, ovvero stick di patate dolci (quelle arancioni) fritte.

Sono quattro anche i dolci:

  • Cheesecake all’italiana;
  • Torta veg al cocco;
  • Brownies veg al cioccolato;
  •  Muffin pere e mandorle.

Ok, le liste sono finite, veniamo a quello che ho mangiato. La mia scelta è ricaduta sul burger vegano, accompagnato dai pancake e dalle patatine sweet and savour, come dolce la torta veg al cocco.Buns Brunch 3Comincio col dire che l’hamburger era buonissimo, senza dubbio il miglior hamburger vegano che io abbia mai mangiato, e batte anche tutti i suoi “fratelli di menù” in casa Buns. Mi voglio soffermare anche sul pane, o meglio, sul bun (da cui il locale poi prende anche il nome). È una ricetta del locale, perfezionata in casa e poi commissionata ad un fornaio di Verona che lo consegna fresco ogni mattina. La qualità della panificazione si sente, è croccantissimo fuori e morbido dentro, il contenitore perfetto per il falafel speziato, la mayo e la verdura. Un matrimonio davvero ben riuscito, nella sua estrema semplicità. La dimensione dei bun del brunch (se non sbaglio) è ridotta rispetto a quella degli altri pasti, ma è meglio così, non si riuscirebbe a mangiare tutto altrimenti!Buns Brunch Burger VeganoBuoni anche i bastoncini di patata dolce fritta, ma non posso dire la stessa cosa dei pancake di banana, purtroppo. La mia compagna di tavolo ha così commentato: “non so se il problema è che sono crudi, o se proprio non mi piacciono”. Ho avuto anche io lo stesso problema. La porzione è composta da due piccoli pancake, di cui uno era cotto in maniera uniforme ed era buono, mentre l’altro è arrivato con l’interno completamente crudo. Non umido, proprio crudo, l’ho tagliato ed è fuoriuscito l’impasto ancora liquido. Un vero peccato!

Altro problema di “crudezza” l’ho riscontrato con la torta al cocco. Essendomi dilettata spesso in passato nella preparazione di dolci, anche vegan, so che nelle torte “senza” il problema di avere il centro della torta non ben cotto è molto comune. Mi sono limitata a tagliare il cuore della fetta di torta e mangiare il resto. Il gusto era comunque davvero buono, molto leggero e saporito.

Avendo la mania di mangiare (anche) nel piatto degli altri, ho voluto riassaggiare sia le patate gialle alla paprika che la cheesecake all’italiana. Le avevo già mangiate tempo prima ad un brunch in primavera e sono state una piacevole riconferma.

Nonostante questi piccoli inconvenienti, è stato un bel brunch, il livello del cibo in generale è piuttosto alto e mi sento di consigliarlo vivamente a chiunque sia in zona e abbia voglia di prendersi una domenica mattina estremamente comoda. Siete a due passi da Ponte Pietra, la mia zona di Verona preferita, già che ci siete, dopo aver mangiato, fatevi una passeggiata lungo il fiume e nel cuore del centro città, arrivando da una direzione insolita. In gruppo o in coppia, posso assicurarvi che non ve ne pentirete.

Buns Gourmet Burgers è a Verona, in Via Interrato Acqua Morta 88/A. Il brunch è servito tutte le domeniche, dalle ore 11 alle 15. Vista la grande affluenza, vi consiglio sempre di prenotare. 

Al prossimo assaggio,
Bibi

 

Cerchi un altro brunch a Verona, questa volta a base di bagel e club sandwich? Scopri la recensione di Elk Bakery!

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El Brite De Larieto | Cortina d’Ampezzo (Belluno)

4 Dicembre 2015
Bibi Advisor

El Brite de Larieto

Lungo la strada che porta al Passo Tre Croci, c’è uno dei miei posti preferiti di tutta Cortina: El Brite de Larieto, un meraviglioso agriturismo nascosto nel lariceto più esteso d’Europa. A gestire il locale è Riccardo Gaspari, presente già da due anni nella top 5 degli chef emergenti. E pensare che, prima di mettersi ai fornelli, era una promessa dello sci. A cambiare per sempre il suo futuro sono stati due incontri speciali. Il primo con Ludovica, ora sua moglie, madre delle sue stupende bambine e prezioso aiuto nella gestione del Brite. Il secondo è stato quello con Massimo Bottura, uno dei più grandi maestri della cucina italiana, che gli ha permesso di frequentare come allievo la cucina della sua Osteria Francescana a Modena (3 stelle Michelin).

L’atmosfera “di una volta” si respira ancora prima di entrare, quando sulla strada per raggiungere l’agriturismo dal parcheggio si incontrano le numerose mucche e gli animali della stalla adiacente. A pranzo o a cena, col sole o con la neve, andare al Brite è sempre una bellissima esperienza. Io ho avuto la fortuna di trovare un weekend di sole meraviglioso, che mi ha permesso di pranzare fuori, godendo dell’ampia vista sulle montagne.

El Brite de Larieto Mucche

Non è solo la location a farmi amare il Brite, ma soprattutto la cucina. Dall’esperienza con Bottura è nata l’idea di proporre le ricette tipiche della tradizione ampezzana in versione alleggerita, senza snaturarne l’identità e i sapori, ma sperimentando con un occhio di riguardo a tutti i prodotti della montagna, in particolare quelli provenienti dall’azienda agricola di famiglia, il Piccolo Brite, fonte preziosa di formaggi, salumi e del famossimo yogurt.

Il pranzo è iniziato proprio con un assortimento di affettati, prodotti esclusivamente dall’azienda agricola. Di affettati misti ne ho assaggiati tanti, ma qui la qualità superiore si sente fin dal primo morso.El Brite de Larieto Salumi Affettati Misti

Sempre per rimanere in “tema salumi”, ho assaggiato la famosissima tartare di speck stagionato sei mesi, con crema di cetrioli, rafano e gelato al burro. Penso sia il modo più originale in cui io abbia mai mangiato lo speck (che tra l’altro è un affettato che adoro), la consistenza era morbidissima e ogni morso sprigionava i sapori tipici della montagna, in un equilibrio di consistenze diverse e insolite. Un piatto che tutti dovrebbero mangiare almeno una volta nella vita! (E proprio una ragazza al tavolo a fianco al mio ha detto “Ho ordinato la tartare di speck perché penso sia l’unico posto al mondo in cui potrò mai mangiarla”. E forse ha ragione).El Brite de Larieto Tartare di Speck

Passando ai primi, ho assaggiato quello che probabilmente è il mio piatto preferito della tradizione montanara: i canederli! Ho optato per l’assortimento di canederli misti (speck, spinaci, formaggio), serviti col burro fuso di produzione propria. Uno più buono dell’altro, impossibile scegliere!El Brite de Larieto Canederli

Altro primo piatto provato è la panada, una crema di pane nero profumata allo speck con uovo in camicia. Esempio di come anche una semplice zuppa di pane possa essere proposta in maniera speciale.El Brite de Larieto Panada

Sempre per rimanere sui grandi classici, come secondo ho assaggiato il tegamino di uova e speck con contorno di patate all’ampezzana. Qui niente sperimentazioni, solo tradizione nella sua forma più pura e più gustosa. Come ho commentato su Instagram, sapore 100% Cortina D’Ampezzo.El Brite de Larieto Uova Speck Patate Amprezzana

Per non farci mancare proprio niente, abbiamo concluso questo ricchissimo pranzo con il cestino di mele alla cannella accompagnato da crema alla vaniglia e gelato al fiordilatte fatto in casa (sia il gelato che il latte vero e proprio!). Sapete della mia passione per i dolci alle mele, e anche questa versione mi è piaciuta tantissimo.El Brite de Larieto Torta Cestino di Mele

Come è evidente da questa carrellata, il filo conduttore di tutto il menù è la ricerca e l’esaltazione della tradizione ampezzana, che non deve mai essere dimenticata o superata, dove la sperimentazione è riservata all’ambito delle consistenze, degli accostamenti e delle presentazioni, con materie prime rigorosamente della massima qualità possibile.

In qualsiasi periodo dell’anno, se siete a Cortina, un pranzo o una cena al Brite è irrinunciabile, per tutti.

 

El Brite de Larieto è a Cortina d’Ampezzo, in Localitá Larieto, Strada per Passo Tre Croci. È sempre consigliabile la prenotazione, vista la grande affluenza sia a pranzo che a cena. 

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Voto: 9

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