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Pizzeria Leon D’Oro | Verona

28 Ottobre 2015
Bibi Advisor

La Pizzeria Leon D’Oro a Verona è una delle più recenti avventure della famiglia Rizzo, che negli anni ha collezionato un successo gastronomico dietro l’altro, dove il più famoso è sicuramente “Il Desco”,  avviato dallo chef stellato Elia Rizzo, oggi aiutato in sala e in cucina dal figlio Mattia. A seguire direttamente la Pizzeria Leon D’Oro troviamo sempre uno dei figli di Elia, Pietro, mio coetaneo e compagno di liceo, anche se in sezioni diverse. Ed è stato proprio in occasione di una rimpatriata tra compagni di scuola che ho avuto il piacere di riscoprire questo locale in pienissimo centro città.

Pizzeria Leon D'Oro Verona Esterno
Foto della Pizzeria Leon D’Oro

Prima ancora del cibo, a colpire è la location: a due passi dall’Arena si apre un giardino esterno, illuminato con tanta cura da essere un meraviglioso biglietto da visita sia in inverno, quando se ne può ammirare l’ampio respiro, che in estate, quando invece ad accogliervi saranno i numerosi tavoli e l’atmosfera vivace tipica delle serate più calde.

Il locale è ospitato in un palazzo dell’Ottocento, all’interno gli arredi sono più moderni ma comunque molto caldi e accoglienti. Una chicca sono i quadri fatti realizzare a mano da una ragazza di Verona, io ho passato metà della serata (quando non ero impegnata a mangiare) a leggere tutte le scritte, le citazioni e le riflessioni. L’ho trovato un modo davvero elegante e originale di impreziosire le pareti della sala.

Pizzeria Leon D'oro Quadro

Ma cominciamo a parlare di cibo. Ovviamente, il piatto forte è uno: la pizza! Nessun ingrediente della preparazione è lasciato al caso. La farina per la pasta è ottenuta macinando a pietra grano 100% italiano e mantiene intatti fibre, enzimi e sali minerali. L’impasto viene lasciato maturare per 48 ore e lievitare per 6 ore, tutto a temperatura controllata. Si ottiene una base leggerissima, digeribile e particolarmente croccante. Per quanto riguarda gli ingredienti per le farciture, sono tutti di provenienza italiana, con particolare attenzione alle eccellenze del territorio veronese.

Con una presentazione così, le aspettative sul gusto saranno altissime…e, fidatevi, non verrano assolutamente deluse! In generale è una pizza che consiglio a chiunque ami l’impasto abbastanza sottile e croccante, con un buon bordo morbido ma assolutamente non gommoso, molto diverso da quello tipico napoletano!

Prima di iniziare con le pizze, voglio consigliarvi cosa ordinare da bere: la birra Charlotte, in particolare la Acapulco Summer Ale, non pastorizzata e non filtrata.  È una birra bionda, leggera e rinfrescante, dai sapori un po’ esotici. Io me ne sono completamente innamorata, consiglio a tutti almeno una volta di provarla!Pizzeria Leon D'Oro Birra Charlotte

Va bene, adesso possiamo parlare di cose da mangiare. Ed ecco a voi una carrellata di tutte le pizze che ho avuto modo di assaggiare nelle mie (2) visite:

Iniziamo con la mia preferita: la Bufala 2020. È una pizza speciale fuori menù, con pomodoro, pomodorini confit, mozzarella di bufala in uscita, abbondante basilico e un giro d’olio. Ha tutti i sapori, i profumi e, ovviamente, i colori della nostra bellissima Italia!Pizzeria Leon D'Oro Bufala 2020

L’altra pizza fuori menù è per gli amanti del pesce e dei sapori delicatissimi: base bianca, pomodorini, formaggio spalmabile e salmone affumicato.Pizzeria Leon D'Oro Pizza Salmone

Alla Pizzeria Leon D’Oro c’è anche un’opzione per i nostri amici vegani, dai sapori pieni e decisi: una pizza rossa senza mozzarella (ovviamente!), con cipolla rossa, carciofini, olive taggiasche, pomodorini confit e basilico.Pizzeria Leon D'Oro Pizza Mediterranea

Alla cena di classe avevo assaggiato anche una fettina della pizza crudo e burrata e me ne ero completamente innamorata, così la seconda volta che sono stata a cena ho praticamente costretto chi era con me ad ordinarla, in modo da poterne mangiare metà e metà, ma non preoccupatevi, la scelta (per quanto forzata) ha portato ad una mini degustazione davvero interessante. Se della Bufala 2020 ho già parlato prima, della Crudo e Burrata posso dire che la base croccantissima si sposa alla perfezione con i due ingredienti principali, entrambi serviti in uscita. La burrata è morbida e fresca, mentre il crudo è dolcissimo e tagliato sottile sottile, tanto da sciogliersi in bocca. Che dire, un’accoppiata bomba.Pizzeria Leon D'Oro Bufala 2020 Crudo Burrata

Tenersi un posticino per il dolce è d’obbligo, sono tutti preparati in casa con la massima cura. Sono talmente buoni che sconsiglio vivamente di ordinarne uno da dividere…finireste solo per litigarvi l’ultimo pezzettino (e ve lo dico perché è successo davvero!).

Io ho assaggiato: la torta di mele calda con crema alla vaniglia, senza ombra di dubbio una delle migliori (se non la migliore) torta di mele che io abbia mai mangiato.Pizzeria Leon D'Oro Torta di Mele

…e il tiramisù, composto espresso direttamente nel piatto. Non ho nemmeno fatto in tempo a fotografarlo tutto intero, questo la dice lunga su quanto sia irresistibile!Pizzeria Leon D'Oro Tiramisù

Dopo tutto questo parlare di sapori, una menzione speciale va fatta anche allo staff, sono tutti ragazzi giovanissimi, simpatici, cordiali e molto attenti.

In un momento storico in cui le pizze gourmet sembrano spopolare, la Pizzeria Leon D’Oro ha una proposta decisamente più “classica”, ma non per questo scontata. Anzi, un ritorno alla tradizione, ai sapori semplici, agli accostamenti senza voli pindarici è certamente apprezzabile. La ricerca c’è e sta a monte della proposta, si concretizza nella cura con cui ogni ingrediente viene scelto e la si sperimenta direttamente, morso dopo morso.

La Pizzeria Leon D’oro è in Via Pallone 10/A a Verona. È aperta tutti i giorni sia a pranzo (tranne il mercoledì) che a cena. 

 

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Voto: 9+

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Saporè | San Martino Buon Albergo (Verona)

3 Giugno 2015
Bibi Advisor

Dopo aver assaggiato la pizza di Renato Bosco al Pizzacaffè La Torre non potevo non andare a trovarlo nella sua vera casa: il Saporè di San Martino Buon Albergo.
Ho avuto l’occasione di provare la pizza del Saporè in un momento molto speciale, la serata di degustazione in collaborazione con Slowfood: il menù prevedeva l’assaggio di cinque pizze nelle quali sono stati inseriti vari presidi Slowfood e infine un dolce artigianale.

Saporè Renato Bosco menù slow food

Ma procediamo con ordine.

La serata (completamente sold out!) è iniziata con l’accoglienza del “padrone di casa”, lo chef Renato Bosco e di Antonella, fiduciaria della condotta Slow Food di Verona, che ci hanno spiegato lo spirito con cui Renato prepara le sue pizze e la storia della loro collaborazione, ormai di vecchia data!

Saporè Renato Bosco
Ecco Renato che ci spiega il menù della serata!

La cena è iniziata con un quadrato di pizza chiamato “doppio crunch” (due impasti croccanti sovrapposti “a panino”) farcito con crema di pisello verdone nano di Colognola, Stracon Veronese e scaglie di Monte Veronse dop d’allevo…molto croccante e molto gustoso! Il formaggio Stracon filante si abbinava perfettamente alla crema di piselli. Non poteva esserci un inizio migliore!

Saporè Renato Bosco Doppio Crunch

La degustazione è seguita con il classico crunch di pizza margherita (che avevo già assaggiato al La Torre). È stato bellissimo poterlo mangiare di nuovo: il pomodoro aveva un gusto molto intenso che non sovrastava però la mozzarella e l’aroma della pasta, sempre croccante. Il pomodorino confit e il basilico posti sopra hanno completato il tutto dandogli un ulteriore tocco di dolcezza (e di italianità). Sempre e per sempre buonissimo (potrei azzardare che tra tutte le proposte, questa rimane sempre la mia preferita…è stato amore al primo morso!).

Saporè Renato Bosco Crunch pizza margherita3Saporè Renato Bosco Crunch pizza margherita

L’idrolisi degli amidi con porri caramellati e Stortina veronese (uno dei miei presidi Slow Food preferiti!) è stata la terza pizza che ho assaggiato e mi ha sorpreso molto, è sorto spontaneo il commento “la pizza senza lievito di Renato è più lievitata della mia col lievito di birra!”.
Questa, come ci hanno esaustivamente spiegato i ragazzi dello staff Saporè, è una pizza molto particolare perché non contiene alcun tipo di lievito ma la lievitazione è dovuta a delle reazioni chimiche tra acqua e grano spezzato. Molto buona e molto digeribile, non ha nulla da invidiare alla pizza classica. I porri caramellati erano dolci e bilanciavano in modo eccelso la leggera piccantezza della Stortina veronese (un piccolo salame).

Saporè Renato Bosco Pizza senza lievito porri e storina
Arriviamo ora al motivo principale della mia visita, la famosa Aria di Pane, di cui ho sempre sentito parlare benissimo. Ho avuto l’occasione di assaggiarla in due varianti:
La prima è stata l’aria di pane classica con burrata e crudo di Soave aggiunti dopo cottura, o come mi piace chiamarla: “La Regina”.

Saporè Renato Bosco Aria di Pane Crudo Burrata

L’aria è una pizza non pizza, molto morbida, alta e più simile a una focaccia. Al primo morso mi sono innamorata! La pasta morbida si sposava divinamente con la scioglievolezza del crudo e con la burrata colata sopra.

Saporè Renato Bosco Aria di Pane Crudo Burrata fetta

La seconda aria di pane era imbottita con frittata agli asparagi verdi di Mambrotta e Monte dop, con una riduzione di olive taggiasche. Quest’aria, sempre divina, era più fragrante rispetto alla precedente. La farcitura particolare è risultata molto armoniosa, tanto da permettere di percepire ad ogni morso i singoli ingredienti. Super!

Saporè Renato Bosco Aria di Pane
Dulcis in fundo…il lievitato con canditi accompagnato da gelato artigianale alla vaniglia e fragole, anche su questo nulla da dire, è stato un tocco di dolcezza e freschezza perfetto per finire la serata!

Saporè Renato Bosco lievitato dolce con gelato
Anche il caffè non è stato lasciato al caso, ma è frutto della ricerca di Renato Bosco che offre ai suoi ospiti il caffè della torrefazione Giamaica di Verona.
Il costo della serata è stato di 25 euro per i soci Slowfood e di 28 per i non soci, prezzo assolutamente giusto vista la qualità e la quantità dei piatti proposti.
P.S. Se volete provare la pizza del Saporè ricordatevi di prenotare con qualche giorno di anticipo, perché anche nei giorni feriali il locale risulta sempre pieno. Normalmente si spendono sui 25 euro per fare una degustazione accompagnata da un’ottima birra artigianale e un caffé.


Che dire, è stata una serata perfetta, un tripudio di sapori, colori, storie ed emozioni…per dirla come l’ho detta a tavola: “questa pizza è così buona che ti fa venire voglia di abbracciare le persone”. Non trovo ancora un modo più efficace per descriverla.

Grazie mille, Renato! Tutto quello che offri è di straordinaria qualità. Ad ogni piatto si percepisce la tua passione e la tua continua ricerca…la definizione di Pizzaricercatore di materie prime ti calza a pennello!

Saporè Renato Bosco Bibi Advisor Bianca Giarola
Foto con Renato…rubata a fine serata!

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Voto: rullo di tamburi….volevo mettere 9, perché si può sempre migliorare…ma dopo aver conosciuto di persona Renato, posso dire che si merita davvero il primo 10 della storia di Bibi Advisor!

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Grazie ad Anna che ha collaborato alla stesura del post, a Sonia che ci ha accompagnate e ad Antonella di Slow Food, senza cui questo incontro non sarebbe mai stato possibile.

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Pizzacaffé La Torre #1 | Verona

2 Aprile 2015
Bibi Advisor

pizza caffe la torre

Poche cose mi piacciono al mondo come la pizza fatta bene, e quella del Pizzacaffè La Torre #1 in un solo morso ha scalato la mia personale classifica, posizionandosi in un più che meritato primo posto.
È quel genere di pizza che quando la addenti ti strappa un sospiro di piacere e ti fa dimenticare tutte le altre pizze “al taglio” che hai mangiato in vita tua.

Ma andiamo con ordine senza farci prendere da troppi orgasmi culinari.
È stata Anna a portarmi (insieme a Laura) a pranzo in questo posticino, situato a pochissimi passi da Piazza Bra, ma in una via decisamente fuori dalle classiche mete turistiche di Verona.
Il locale è all’interno di una piccola torre (da cui il nome) e dentro è, se possibile, ancora più piccolo (ma nella bella stagione ci sono dei tavolini per mangiare all’esterno)!
I posti a sedere sono davvero pochi, ma noi siamo state fortunate perché si è subito liberato un tavolo. L’arredamento del locale è veramente bello, la cura ai dettagli è massima: tutto è realizzato in legno, e il contrasto con il bancone in vetro crea l’effetto di un design ricercato ma senza tante pretese di stupire.
C’è anche una stanzetta con due soli tavolini, in cui l’atmosfera è ancora più particolare.

Interno Pizza Cafè la Torre Verona

La prima cosa che si nota nell’entrare non è il design del locale ma il bancone coperto di pizze, colorate e profumatissime. I gusti non sono i soliti classici, ma sono davvero creativi e l’acquolina in bocca inizia nel momento in cui si scoprono le diverse versioni di questa pizza.
Volendo assaggiare più sapori possibili, abbiamo preso tre tranci diversi: uno margherita (come ho già detto, è il mio personale “test della pizza”…se riesce a distinguersi quella allora sì che è veramente buona)

Margherita Pizza Caffè la Torre

uno con erbette, scamorza, porri e mandorle,

Erbette Scamorza Porri e Mandorle Pizza Caffè la Torre
e l’altro con zucca, porri e mandorle.

Zucca Porri Mandorle PizzaCaffè la Torre

Ci hanno portato i tre tranci, scaldati al momento, su un tagliere di legno, divisi in pezzi.
Già era bellissima vista sul bancone, ma dopo averla assaggiata è difficile non innamorarsi perdutamente di questa pizza Crunch. Il segreto sta nell’impasto, che contiene lievito madre ed ha un sapore ed una croccantezza unici.
Se vi siete mai chiesti perché la pizza di Renato Bosco è così famosa, vi basterà assaggiarla per capirne immediatamente il motivo. Croccante fuori e soffice dentro: l’interno della pizza è leggerissimo, quasi vuoto. Probabilmente è questo che rende la pizza così digeribile: dimenticatevi di quei pranzi che restano con voi per tre giorni, questa pizza è un piacere non solo per la bocca ma anche per lo stomaco.

Margherita Pizza Caffè la Torre

Ci è piaciuta così tanto che abbiamo deciso di assaggiarne un altro trancio, da dividere in tre. La scelta è stata ardua, ma abbiamo preso la parmigiana di radicchio. È stata la ciliegina sulla torta, con i sapori perfettamente equilibrati ed una consistenza da favola.

Radicchio Pizza Caffè la Torre

Al momento di pagare, una piacevole sorpresa. Abbiamo speso circa 7 euro a persona (compresa una bottiglietta di acqua), un prezzo irrisorio considerando l’estrema qualità di questa pizza e dei suoi ingredienti.
Insomma, bilancio davvero positivo! Torneremo sicuramente al Pizzacaffè La Torre #1, ma non prima di aver provato anche l’altro ristorante di Renato Bosco, il Saporè a San Martino Buon Albergo. Stay tuned!

20150319_142620
Voto: 8 e mezzo.

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(grazie a Laura per aver collaborato alla stesura del post!)

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Peperino Pizza & Grill | Verona

4 Marzo 2015
Bibi Advisor

Pizza Peperino Verona

La Pizzeria Peperino l’ho scoperta da poco, ma ha subito acquistato un valore affettivo di un certo peso.
Ci sono andata la prima volta la sera precedente il mio primissimo esame della laurea specialistica, dopo una giornata di ripasso matto e disperatissimo con due mie compagne di studio: Laura, bresciana d.o.c. e Valeria, di Gaeta, la mia opinion leader quando si parla di “pizza napoletana”.

Di questa pizzeria non ne avevo sentito parlare, avevo solo visto delle foto girare su instagram e l’aspetto della pizza mi ispirava parecchio…così ci siamo fatte convincere e siamo andate.
Il locale dichiara di servire “La vera pizza napoletana STG”, cotta in forno a legna, fatta con tutti ingredienti di primissima scelta, come la mozzarella di bufala campana, olio extravergine di oliva e un impasto con minimo 12 ore di lievitazione. Insomma, tutti i presupposti ci sono.

Ogni volta che vado in una pizzeria “seria” per la prima volta, ordino una pizza margherita, perché non voglio farmi distrarre dai condimenti vari, voglio sentire la vera essenza della pizza. Se qualcosa nella sinergia tra impasto/pomodoro/mozzarella non funziona, non ci sono condimenti extra in grado di salvare la situazione. E, in questo caso, ha funzionato parecchio bene.
Dopo il primo morso ho guardato Valeria che mi ha detto “è lei”. Quindi, popolo della rete, possiamo ufficialmente dire: habemus vera pizza napoletana a Verona!

Come si vede dalla foto la pizza è “piccolina” con un bel bordo alto, l’impasto è sofficissimo e lievitato bene, pomodoro e mozzarella hanno un’acidità ben bilanciata…insomma, è proprio buona!
Non fatevi ingannare dalle dimensioni, sazia parecchio…e nel caso non foste ancora pienissimi, c’è una bella lista dei dolci da cui scegliere.
Noi non ce la siamo sentita di ordinare niente, ma i gentili proprietari hanno deciso di offrirci una porzione da dividere di “Malelingue”: straccetti di pizza fritti e passati nello zucchero e poi guarniti con Nutella.

Malelingue Nutella
Una sola parola per descriverli: divini.

Dicevo che questa pizzeria ha per me un grande valore affettivo…ma più che affettivo direi quasi scaramantico! Infatti sono andata per tre volte con varie persone (delle quali Laura è stata una costante) prima di un esame e il giorno dopo ho (abbiamo) sempre preso 30. E la prova dell’effettivo potere magico di questa pizza sta nel fatto che prima di due esami non siamo andate (di solito non mangio mai pizza più di una volta a settimana) e infatti nessuno ha preso 30.

Potrei stare qui a parlare di pizza, sessione esami e cose fritte per tutto il giorno, ma questo post sta diventando lunghissimo.
Concludendo, da Peperino si mangia una pizza ottima (ho visto passare i piatti di carne e sembrano buonissimi pure quelli!), i prezzi sono assolutamente nella media (margherita 6,5€) ed è pure un locale anche con un design di tutto rispetto.
Se siete in giro per Verona e passate in zona Arena ve lo consiglio davvero.

p.s. leggo sul sito che Peperino è anche a Milano, Pordenone, Trieste e Udine!

Voto: 8+

 

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